Università degli Studi di Udine

DIpartimento di Studi UManistici
e del patrimonio culturale

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BENĀCUS – Ricerche storico-archeologiche e prospezioni geofisiche integrate per una mappatura del patrimonio culturale sommerso del lago di Garda

BENĀCUS
Ricerche storico-archeologiche e prospezioni geofisiche integrate per una mappatura del patrimonio culturale sommerso del lago di Garda 

Responsabile scientifico: dott. Massimo Capulli

BENACUS - Ricerche storico-archeologiche e prospezioni geofisiche integrate per una mappatura del patrimonio culturale sommerso del lago di Garda

BENĀCUS - Ricerche storico-archeologiche e prospezioni geofisiche integrate per una mappatura del patrimonio culturale sommerso del lago di Garda è un progetto del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine in collaborazione con il Dipartimento di Matematica e Scienze della Terra dell’Università di Trieste (referente Prof. Michele Pipan) e il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Firenze (referente Prof. Benedetto Allotta), ed in accordo con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza.

L’obiettivo principale è di condurre una ricerca interdisciplinare che abbia per oggetto la sponda veronese del lago di Garda, finalizzata in primis alla ricostruzione storico-archeologica delle vicende connesse alla flotta della Serenissima nel periodo compreso tra la guerra veneto-viscontea e quella di Cambrai.

La ricerca e la mappatura si avvalgono di una metodica interdisciplinare che prevede la raccolta e analisi delle fonti storico-archivistiche, lo spoglio dell’inedito archeologico disponibile presso gli uffici della Soprintendenza e l’organizzazione di campagne di prospezione strumentale. Queste ultime si basano sull’uso combinato di AUV (Autonomous Underwater Vehicle) e sistemi acustici, quali il Side Scan Sonar e il Sub Bottom Profiler, elettrici ERT (Electrical Resistivity Tomography) ed elettromagnetici GPR (Ground Penetrating Radar).

La validazione finale del carattere archeologico delle segnalazioni/anomalie esito delle campagne di prospezione strumentale è affidata ad analisi autoptica da parte di archeologi subacquei fino ad una profondità massima di 50 metri, mentre per i siti più profondi ci si avvarrà di ROV, in questo caso dotati di fotocamere professionali e manipolatori che consentono in remoto di produrre una prima documentazione e prelevare eventuali campioni. Quest’attività farà sì che per ogni zona oggetto di indagine saranno disponibili le seguenti informazioni:

  • coordinate precise di ciascun sito;
  • documentazione video–fotografica;
  • dimensioni e possibile datazione.