Diamo un futuro agli Yazidi. Protezione e conservazione del patrimonio culturale yezida (Iraq settentrionale)
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Diamo un futuro agli Yazidi. Protezione e conservazione del patrimonio culturale yezida (Iraq settentrionale)
Finanziatore: Regione FVG
Coordinatore dell'unità dell'Università di Udine: prof. Daniele Morandi Bonacossi
Collaboratori: dott.ssa Costanza Coppini, dott. Alberto Savioli
Sito web: Yazidi Cultural Heritage Project
Nella drammaticità ormai cronica dei conflitti che devastano l'Iraq va rilevato che, a partire dall’offensiva jihadista di Daesh del giugno 2014, gli Yazidi, le comunità cristiane e le altre minoranze delle province centro-settentrionali del paese hanno subito forme di violenza legate ad un deliberato tentativo di pulizia etnica nelle province di Ninewa, Salahaddin e Diyala. Per gli Yazidi in particolare, la sequenza, intensità, ripetitività dei massacri della popolazione civile, la cui evidenza è ancora solo in parte conosciuta, hanno indotto il Consiglio di Sicurezza ONU, le grandi istituzioni internazionali ed i maggiori Parlamenti dei paesi occidentali a parlare di genocidio etnico e culturale.
Nel settembre 2016 le UN e il governo iracheno hanno siglato un accordo per fermare la violenza – con particolare riferimento a quella di genere – nel corso del conflitto con ISIS e il Parlamento italiano ha votato mozioni ‘bipartisan’ a sostegno del riconoscimento del genocidio yezida e del sostegno ad iniziative di cooperazione internazionale.
La Regione FVG ha finanziato un progetto di cooperazione mirato a ritrovare un senso di affiliazione alla comunità yezida sotto il profilo dell'identità culturale che faccia da collante sociale in un processo di ripartenza dei percorsi di sviluppo economico locale, riportando così nelle zone di origine gli sfollati e dando così consistenza economica al processo di ricostruzione materiale dei luoghi di insediamento. Tale prospettiva rappresenta per la comunità yezida l'unica vera speranza di poter avere pari dignità con le altre componenti della società irachena nei confronti di un governo centrale che rischia di non essere equo nella distribuzione delle risorse per l'infrastrutturazione morale e materiale del Paese.
In tale contesto, l’équipe del DIUM, come partner associato del progetto guidato dall’Università di Trieste, si è dedicata al lavoro di mappatura e valutazione dei danni perpetrati dallo Stato Islamico contro il patrimonio culturale yazida nel territorio di Sinjar (Iraq nord-occidentale).
I risultati sono presentati nel sito internet yazidiculturalheritage.com, che si articola in sei sezioni principali con relative sottosezioni.
Oltre all’introduzione al progetto, in cui è descritta la metodologia elaborata e sono elencati i 29 edifici religiosi registrati nella regione di Sinjar, una sezione riguarda la comunità yazida, di cui si traccia la storia, si illustrano la religione e società, la sua distribuzione nelle regioni del Vicino Oriente e la sua storia più recente, tragicamente nota, nonché il santuario di Lalish, il santuario principale di questa comunità.
Un’altra sezione del sito è dedicata alla regione di Sinjar, alla descrizione del suo ambiente, delle tecniche di sussistenza e del multiculturalismo che la caratterizza, di cui gli Yazidi sono una parte importante assieme alle comunità cristiane e musulmane. Proprio in questa regione si collocano gli edifici religiosi analizzati nel progetto: ciascuno di essi è stato descritto con relativa documentazione fotografica e fonti bibliografiche, e la valutazione dello stato di conservazione.
Questi templi e mausolei, a cui l’ISIS ha arrecato distruzioni o gravi danni, rappresentano per gli Yazidi luoghi di riunione, oltre che di preghiera e celebrazione di festività religiose. Il loro significato sociale come luoghi di ritrovo per la comunità rivela come la distruzione del patrimonio culturale degli Yazidi abbia causato anche un forte indebolimento della coesione sociale della comunità, delle sue tradizioni condivise e del suo patrimonio culturale intangibile.
Foto: © Yazidi Cultural Heritage Project