Un caso particolare di conservazione e valorizzazione del Patrimonio Culturale ‘immateriale’ di epoca medievale
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PRID DIP. ECCELLENZA
Un caso particolare di conservazione’ e valorizzazione del Patrimonio Culturale ‘immateriale’ di epoca medievale: individuazione delle monete di conto o immaginarie nella documentazione archivistica di Padova e analisi dei loro rapporti con la produzione monetaria della zecca cittadina (ante 1270-1405)
Finanziatore: MIUR
Responsabile scientifico: prof. Andrea Saccocci
Scopo del progetto è l’analisi e l’interpretazione delle monete ‘di conto’ e ‘immaginarie’ già individuate nella documentazione medievale della città di Padova, grazie a nostre ricerche precedenti, attraverso il confronto con le monete effettive prodotte o circolanti in loco. Queste monete virtuali, rappresentate da formule lessicali presenti nella documentazione contabile (ad esempio bona et usualis moneta paduana, denari boni de argento, moneta currens), sono attestate per periodi molto più lunghi rispetto alle monete effettive, ma sono generiche e non portano riferimenti espliciti alle loro consorelle materiali. Per questo sono state interpretate come meri abbellimenti lessicali utilizzati dai notai nell’indicare le monete in uso al momento della stesura di un atto, ma l’esperienza maturata dal PI su questo soggetto, nonché gli studi condotti da storici dell’economia sulle zecche più ricche di documentazione archivistica, quali Venezia, Milano e Firenze, portano invece alla conclusione opposta: si tratta in realtà di valute con un proprio valore di conto e quindi un proprio potere d’acquisto, alle quali le monete effettive venivano agganciate nel momento in cui erano prodotte in loco, oppure penetravano dall’esterno. Qualcosa di simile al celebre (in Italia) numero astratto “1936,27”, il rapporto di cambio fra lira ed euro che ci ha consentito di passare al nuovo regime senza troppe crisi di nervi.
La perdita o la mancata considerazione di tali essenziali ‘strumenti contabili’ può quindi ostacolare la comprensione di fenomeni di ben più ampia portata, quali l’andamento dei prezzi o lo sviluppo economico della città. Si ritiene quindi che il confronto (effettuato anche con analisi non distruttive sulle leghe) fra queste valute e le monete effettive prodotte a Padova, la cui cronologia appare ormai ben consolidata, possa contribuire a salvare dall’oblio forse il patrimonio ‘immateriale’ più ricco di conseguenze ‘materiali’ nella storia di una qualsivoglia comunità.