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Per una storia privata della critica cinematografica italiana. Ruoli pubblici e relazioni private: l’istituzionalizzazione della critica cinematografica in Italia tra anni Trenta e Settanta

Per una storia privata della critica cinematografica italiana Ruoli pubblici e relazioni private: l’istituzionalizzazione della critica cinematografica in Italia tra anni Trenta e Settanta

Finanziatore: MIUR
Responsabile scientifico: dott. Andrea Mariani

Per una storia privata della critica cinematografica italiana Ruoli pubblici e relazioni private: l’istituzionalizzazione della critica cinematografica in Italia tra anni Trenta e Settanta

La critica italiana rappresenta oggi uno dei cantieri di ricerca più vitali nell’ambito degli studi sul cinema. Da un lato, si assiste ad un nuovo approccio all’analisi del pensiero critico italiano, basata su un ritorno alle principali riviste per riconsiderarne gli aspetti più legati alla loro valenza sociale, politica ed economica. Dall’altro lato, si nota una crescente attenzione per quella che potremmo definire la pervasività del discorso cinematografico nella stampa generalista e nelle riviste culturali e popolari di settore e non.

Il presente progetto intende fare tesoro degli esiti di un precedente progetto SIR guidato dall’Università di Parma e finanziato dal MIUR nel 2015 (Italian Film Criticism in Post-War Cultural and Popular Periodicals (1945-1955): Models and Criteria for an Accessible and Scalable Database), che ha lasciato aperti nodi di ricerca di estremo interesse. Durante l’elaborazione del SIR abbiamo analizzato centinaia di periodici e abbiamo realizzato un database che permette agli studiosi di accedere a un corposo numero di testi che costituisce un’importante risorsa documentale per il perfezionamento di uno studio sociale della critica cinematografica italiana. Grazie a questo lavoro, abbiamo potuto notare che i testi pubblicati rappresentano solo una parte del dibattito interno alla critica, che è in realtà molto più articolato e implica amicizie personali, legami politici, relazioni culturali che hanno coinvolto i maggiori interpreti di tale dibattito. La storia privata della critica cinematografica italiana (non nel senso di storia personale, ma di storia professionale non pubblicata, priva finora di rilievo pubblico) è un campo ancora quasi incontaminato, che necessita di essere indagato ed è costituito da lettere, scambi privati e – non meno importanti – da testimonianze orali.

Il nostro progetto mira dunque a rimodellare il lungo processo di istituzionalizzazione sociale e di legittimazione culturale che la pratica critica ha vissuto, attraverso una sorta di “controstoria” che getta nuova luce anche sul patrimonio pubblico della nostra tradizione critica. Ci proponiamo di lavorare su un periodo storico lungo circa quattro decenni, dagli anni Trenta – il decennio dell’istituzionalizzazione della produzione e dell’educazione cinematografica italiana –, passando per il dopoguerra – segnato dalla battaglia per il cinema nazionale e dall’ingresso della televisione nel panorama mediale –, fino all’inizio degli anni Settanta – il periodo della crisi della critica tradizionale e del definitivo ingresso delle discipline cinematografiche all’interno dell’Università. Per delineare questa “controstoria” è necessario innanzitutto identificare, all’interno dei diversi periodi presi in considerazione, alcune figure chiave, che possano essere ritenute paradigmatiche delle diverse fasi e dei diversi “modi” di fare critica che vogliamo analizzare.
L’obiettivo è quello di prendere come casi di studio (o come veri e propri “trasduttori” del pensiero critico italiano) figure con relazioni istituzionali e personali così forti e ramificate da garantirci una reale espansione della ricerca che possa seguire i tragitti e i nomi indicati dai materiali che emergono dagli archivi e dai fondi su cui intendiamo lavorare. Abbiamo identificato cinque critici caratterizzati da profili che si completano a vicenda nel restituire un quadro ricco del pensiero e della prassi critica del periodo (critici quotidianisti e specializzati, con ruoli apicali o “di collegamento”, attivi nell’industria editoriale e nell’accademia, nell’organizzazione culturale e nella militanza politica), e i cui fondi sono stati considerati durante precedenti fasi di ricerca: Aristarco, Barbaro, Casiraghi, Doletti, Pellizzari. Ciascuna di queste figure rappresenta una parte significativa del proprio tempo e per ragioni diverse, grazie alle attività professionali e alla rete di relazioni intessute, riveste un ruolo fondamentale nella società cinematografica italiana. Oltre a studiare la dimensione privata di questi critici, intendiamo da un lato analizzare un periodo di tempo abbastanza lungo, che possa permetterci di valutare i diversi approcci, comportamenti, sfumature e relazioni della critica cinematografica italiana, dall’altro affrontare il ruolo delle persone che innegabilmente fanno, giorno dopo giorno, la storia e la tradizione di tale prassi.