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Intercultura: lo sguardo obliquo – di Simone Furlani

ELZEVIRO – 15 MAGGIO 2020

Intercultura: lo sguardo obliquo

di Simone Furlani


“Elzeviro” è una nuova iniziativa dipartimentale, un esperimento che ha lo scopo di aumentare la circolazione delle idee e il confronto degli argomenti all’interno del Dipartimento. Non ci sarà periodicità, né scelta prefissata dei temi, purché di interesse generale: è una pagina bianca messa a disposizione di tutti, sulla quale possiamo tutti intervenire.
Le proposte di contributo devono essere inviate a: sitowebde.dium@uniud.it.

Intercultura: lo sguardo obliquo

 

Questa estate, dal 17 al 21 giugno, si terrà la Summer school in filosofia, una nuova iniziativa del DIUM curata da Luca Taddio. Accanto ai docenti di filosofia dell'Università di Udine, interverranno anche docenti esterni: naturalmente, tutte le lezioni previste si svolgeranno per via telematica. Questa iniziativa si rivolge soprattutto (ma non solo) agli studenti delle scuole superiori e intende innanzitutto informarli sulle direttrici di fondo della ricerca filosofica attuale, guardando peraltro a tutte le discipline filosofiche particolari, dall'etica alla logica, dall'estetica all’epistemologia. Non solo. Il programma prevede anche una consistente sezione, molto significativa, dedicata all'intercultura: collocati accanto a quelle discipline che formano una sorta di canone della filosofia (anche sul piano accademico), questa scelta allude alla necessità che gli studi interculturali diventino una parte istituzionale della ricerca e dell'insegnamento della filosofia. Ce n'è bisogno, perché, dopo una lunga e articolata discussione delle nozioni di "alterità", "straniero", "differenza", "multiculturalismo", "orientalismo" e "occidentalismo", ecc., oggi si ha l'impressione di dover ricominciare da capo: ancora prima del coronavirus (il "virus cinese", secondo qualcuno: ecco il bisogno di intercultura) sono riemerse pulsioni di matrice nazionalistica, volontà di chiusure autarchiche, virili riaffermazioni di identità (a ben vedere deboli e frastagliate), diverse forme di xenofobia.

Il titolo della Summer school ("Orientarsi nel pensiero: tra Oriente e Occidente") richiama la necessità di mantenere, soprattutto nei momenti di crisi, uno sguardo ampio, aperto, magari scettico, ma non rinunciatario. Tanto più che "intercultura" non significa archiviare esiti e specificità della nostra cultura, non significa convertirsi a pratiche di pensiero altre, non significa traslocare. Significa, piuttosto, assumere quello che Roland Barthes, dopo il suo viaggio in Cina a seguito di una delegazione del Partito Comunista Francese, chiamava lo "sguardo di sbieco", nozione ripresa di recente da François Jullien, una delle voci più importanti in tema di intercultura. Lo "sguardo di sbieco" è quello sguardo obliquo che si smarca dalle determinazioni più riposte e consolidate per verificarne l'effettiva consistenza. È quel punto di vista che, ad esempio, verifica se un'identità è davvero tale, e non solo una costruzione ideologica, ma anche se non vi siano modalità di differenza alternative alla contrapposizione.

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