Giovedì 14 giugno alle 18.30 a palazzo Caiselli (Udine, vicolo Florio, 2b), sede del Dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine, si terrà l’inaugurazione della mostra personale della scultrice Maura Manfrin (MauMan), che esporrà nello storico palazzo una nutrita silloge di suoi lavori, contraddistinti da una forte potenza espressiva e da una continua e originale ricerca materica, ispirati ai grandi temi dello spirito e dell’esistenza umani. Oltre all’autrice, interverrà il direttore del Dipartimento, Andrea Zannini, mentre il profilo artistico dell’artista e le opere saranno illustrati da Laura Marchesan. Vi sarà una breve parentesi musicale con l’arpista Stefano Boccia, del Conservatorio di Udine. La mostra rimarrà aperta fino al 29 giugno, con apertura dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 19 (ingresso consentito fino a mezz’ora prima della chiusura).
Maura Manfrin, in arte MauMan, vive ad Azzano Decimo in una casa che è la sua prima opera d’arte; lì ha anche il suo laboratorio. Scultrice di talento, ha sviluppato la sua arte assecondando la sua natura creativa, che è alla base del suo vivere. Inizia da ragazza a lavorare il ferro, affascinata dall’abilità paterna che lo forgiava. Da allora non si è più fermata. Ha ‘curiosato’ per diversi anni nelle botteghe artigiane e negli ateliers di scultori per carpirne le tecniche e i segreti. E così, con grande disinvoltura, impara a maneggiare lime, spatole, scalpelli, seghe per dar vita alle sue opere. Opere che trasudano fatica, che a volte partono da un progetto, che in certi casi si evolvono più lentamente nel lungo momento della creazione.
La produzione artistica di Maura Manfrin inizia con lavori in ferro, unito al legno e al gesso, dove predominano le forme lineari e geometriche, e si evolve in un periodo di forte fermento, incentrato sul dualismo e nella ricerca di sé, attraverso la sperimentazione di nuovi materiali. Predominano figure frammentate, spaesate, trafitte e contrapposte, che rivelano una continua lotta interna per la propria salvezza ed emancipazione. Compaiono mani che si aggrappano e graffiano nel perenne tentativo di liberarsi. Nell’ultimo periodo entra in gioco l’uso dell’argilla abbinata al gesso, materiali che le danno una nuova libertà espressiva, scoprendo forme calde, sensuali e raffinate.