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5 Aprile 2019 — Martedì 9 e mercoledì 10 aprile a Udine e San Giorgio di Nogaro
Il trauma di guerra durante il primo conflitto mondiale: convegno internazionale
Saranno presentati i risultati del progetto di ricerca regionale svolto sull’archivio dell’Università Castrense di S. Giorgio di Nogaro
Martedì 9 e mercoledì 10 aprile si svolgerà il convegno internazionale “L’Università Castrense di San Giorgio di Nogaro: saperi e immagini nella Grande Guerra”. Verranno presentati i risultati del progetto di ricerca Documentare il trauma. Per un archivio digitale dell’Università Castrense di S. Giorgio di Nogaro. L’obiettivo principale del progetto è lo studio transdisciplinare del trauma nell’esperienza della Prima guerra mondiale in Friuli Venezia Giulia, attraverso la ricostruzione storica e culturale della vicenda dell’Università Castrense di San Giorgio di Nogaro, una scuola medica da campo istituita nel 1916 nel comune friulano, che costituì letteralmente la prima esperienza di formazione universitaria sul territorio. Il progetto, avviato nel 2017, ha condotto alla valorizzazione dell’eccezionale documentazione conservata a San Giorgio di Nogaro, attraverso la realizzazione di un archivio digitale dell’Università Castrense.
La prima giornata del convegno si svolgerà, martedì 9 aprile, a Udine, nella sala del Consiglio di palazzo di Toppo Wassermann, in via Gemona 92 a Udine (apertura dei lavori alle 13). Mercoledì 10 aprile i lavori proseguiranno a proseguiranno presso la Biblioteca di Villa Dora, a San Giorgio di Nogaro (Ud), in piazza del Plebiscito 2 (apertura dei lavori alle 9).
«Al centro dei due intensi giorni di discussione – anticipa Francesco Pitassio, docente del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale e coordinatore del progetto di ricerca - ci sarà l’esperienza della Università Castrense e il concetto di trauma, precisato dalla psichiatria e da analisti del rango di Sàndro Ferenczi e Otto Rank durante la Prima Guerra Mondiale. Studiosi di differenti atenei nazionali ed europei tracceranno le vicende della Università Castrense, evidenzieranno la genesi della nozione di trauma nella psichiatria europea e italiana, indagheranno l’impatto del fronte nella scrittura di personalità quali Carlo Emilio Gadda, Bonaventura Tecchi e Giani Stuparich, e l’eloquenza e le dimenticanze di fotografia e cinema di fronte all’eccidio mondiale. Una occasione rara per comprendere le intime relazioni tra storia, società, saperi medici e umanistici. E per scoprire una pagina poco esplorata delle vicende del territorio, della sua comunità e della sua accademia».
Il progetto Documentare il trauma. Per un archivio digitale dell’Università Castrense di S. Giorgio di Nogaro, finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, con un contributo per le ricerche storiche sulla Grande Guerra e sostenuto dal Comune di San Giorgio di Nogaro, ha visto la collaborazione di un gruppo di ricercatori di varie discipline, principalmente afferenti al Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale e del Dipartimento di Scienze economiche e statistiche dell’Università di Udine. «L’Università Castrense – spiega Francesco Pitassio - fu istituita nel 1916 per iniziativa di un chirurgo militare, Giuseppe Tusini (1866-1940). I suoi allievi erano messi a confronto con i feriti provenienti dal vicino fronte, ma anche con i soldati traumatizzati dalle esplosioni, dalla violenza del conflitto, o semplicemente estenuati dalle privazioni della vita di trincea».
Per indagare questa esperienza unica, con significative ricadute su pratiche e saperi medici, sulla concezione della psiche e dell’individuo, sulle attività letterarie e artistiche, e sul ruolo che la fotografia occupava nella documentazione scientifica, il gruppo di ricerca ha dispiegato un ventaglio di competenze che vanno dalla storia militare alla demografia storica, dalla storia della psicologia e della scienza a quella della fotografia e dei media «Una intensa esplorazione – conclude Pitassio - che ha condotto a un archivio digitale dell’Università Castrense, capace di valorizzare l’eccezionale documentazione conservata a San Giorgio di Nogaro e in altri fondi, e metterla in relazione con archivi digitali nazionali».