Il 27 aprile 1491 il maggiore copista della Biblioteca Reale offrì al suo Signore, Alfonso II d'Aragona, allora sessantasettenne, un trattato che, certo per ammonimento, presentava una lista di morti di qualche centinaio di morti di uomini illustri. L'unico testimone, autografo, seguì le vicende della biblioteca aragonese e in particolare dei molti manoscritti redatti da questo esperto scrivano: furono portati in Spagna e poi dispersi in molte biblioteche, approdando nel 1822 presso il libraio londinese Thomas Rodd sr. per passare nelle collezioni Phillpis e Abbey e tornare a Napoli nel 1970. Finora inedito, viene oggi pubblicato a cura di Andrea Bocchi, docente di Linguistica italiana presso il DIUM, in edizione critica digitale, con ampia introduzione, commento, note e indici. E' liberamente consultabile a questo link.