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25 Marzo 2019 — In corso a Gorizia fino al 26 marzo, con la MAGIS Spring School
FilmForum: ecco i premi Limina 2019 ai migliori libri italiani (e nono solo) di studi sul cinema
Dato l'alto numero di voti ricevuti, tre libri si sono aggiudicati il premio ex aequo nella categoria “Miglior libro italiano”. I lavori continuano fino a domani con importanti relatori
Continua fino a domani a Gorizia la 26/a edizione del FilmForum, che nella giornata di sabato 23 marzo ha visto la consegna del Premio Limina 2019, riconoscimento internazionale alla ricerca accademica in campo cinematografico giunto alla XVII edizione e assegnato, come ogni anno, nella fase conclusiva del Convegno di Studi Internazionale FilmForum, nella Mediateca Ugo Casiraghi di Gorizia.
Sostenuto da uno sponsor prestigioso quale l’Azienda Vinicola Livio Felluga, il Premio si compone di 3 sezioni: miglior libro italiano di studi sul cinema; migliore traduzione italiana di un importante contributo agli studi cinematografici; miglior libro internazionale di studi sul cinema.
Dato l’alto numero di voti ricevuto, quest’anno ben tre libri si sono aggiudicati il premio ex aequo nella categoria 'Miglior libro italiano di studi sul cinema'. I premiati sono: Roberto De Gaetano, docente di Filmologia all’Università della Calabria per “Cinema italiano: forme, identità, stili di vita” (Pellegrini), testo 'summa' del suo ultimo lustro di ricerche, in cui l’autore dà conto di quel “legame stretto tra i caratteri del cinema italiano e l'essenza del cinema tout court”, argomentando la fondazione italiana della modernità cinematografica; Giovanna Maina, docente presso l’Università degli Studi di Sassari, per “Corpi che si sfogliano. Cinema, generi e sessualità su «Cinesex» (1969-1974) (ETS), studio in cui l’autrice “sfoglia” meticolosamente le pagine della rivista più importante del sottogenere del cineromanzo erotico in Italia, dalle rubriche di cronaca sessuale a quelle dedicate all’attualità erotica, dalle corrispondenze con i lettori al perno essenziale del periodico, il cinema; Federico Vitella, professore associato all’Università degli Studi di Messina, dove insegna Storia e teoria del cinema, per “L’età dello schermo panoramico. Il cinema italiano e la rivoluzione widescreen” (ETS), volume da ritenersi non solo un contributo prezioso per chi è interessato agli studi sul widescreen, di contro a qualsiasi atteggiamento deterministico ed analizzando in maniera sistemica il fenomeno, restituisce il giusto valore euristico ad un aspetto spesso considerato di rilevanza secondaria dagli studi del settore.
Per la miglior traduzione italiana sono stati premiati Diego Cavallotti, Simone Dotto, Giuseppe Fidotta, Andrea Mariani (Dium, università di Udine), curatori di “Archeologia dei media. Temporalità, materia, tecnologia” (Meltemi), volume che più che una semplice raccolta di saggi, è un invito a riconsiderare le prospettive storiche e teoriche con cui affrontiamo lo studio del cinema e dei media in generale, “oltre i film” come scrivono i curatori, per comprendere sempre meglio lo sviluppo della modernità nella sua interezza e complessità.
Per il 'Miglior libro internazionale di studi sul cinema' è stato premiato Lee Grieveson, professore di Media History presso University College di Londra, per “Cinema and the Wealth of the Nations. Media, Capital and the Liberal World System” (University of California Press), volume al cui centro sta l’analisi di come, nel periodo tra le due guerre, numerose istituzioni pubbliche e private come governi, banche, gruppi industriali, agenzie statali utilizzarono il moderno apparato mediatico, e in primis i film, per diffondere a livello globale il sistema politico-economico capitalista.
Il Miglior libro italiano di studi sul cinema e la Miglior traduzione italiana di un importante contributo agli studi cinematografici sono assegnati dalla CUC – Consulta Universitaria del Cinema, associazione che riunisce tutti i docenti di cinema delle università italiane. Il Miglior libro internazionale di studi sul cinema è invece attribuito dall’Editorial Board della rivista Cinéma & Cie. International Film Studies Journal, diretta da Leonardo Quaresima e da lui fondata nel 2001 in parallelo al lancio della MAGIS Spring School del FilmForum (giunta quest’anno alla XVII edizione).
La 26/a edizione di FilmForum. promossa e sostenuta dall’Università degli Studi di Udine, Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale, in collaborazione con l’Associazione Palazzo del Cinema – Hiša Filma, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, della Camera di Commercio Venezia-Giulia, del Comune di Gorizia, del Consorzio per lo Sviluppo del Polo Universitario di Gorizia e di altri enti locali, si articola come ogni anno in tre momenti: il Convegno Internazionale di Studi sul Cinema, la Scuola dottorale MAGIS Spring School e una rassegna di cinema, video e arti visive con una programmazione di proiezioni serali, eventi e performance multimediali aperte al pubblico cittadino.
Molti gli ospiti chiamati a contribuire con i loro interventi alla Spring School. Tra questi, Geoff Brown (25 marzo), per molti anni critico cinematografico del Times, storico del cinema e della musica, Catherine A. Surowiec (26 marzo) esperta di studio del film design, autrice di testi classici e fortunati quali This Film is Dangerous, The Dawn of Technicolor, curatrice storica del Catalogo delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, Alan McKee (25 marzo) docente alla University of Technology di Sidney e tra i maggiori esperti delle relazioni tra media, pornografia e condotte sessuali, il cui libro The Porn Report (curato con Catherine Lumby e Katherine Albury, 2008) ha rappresentato il primo studio sistematico della produzione e del consumo di pornografia in Australia, Massimo Bacigalupo (26 marzo), cineasta, critico, saggista, figura centrale del cinema indipendente fin dagli anni Sessanta, in dialogo con Paolo Simoni e Mirco Santi dell’Archivio Home Movies di Bologna.
Una giornata di studi è stata dedicata al tema “La ricostruzione industriosa. Cinema non-fiction, circuiti mediatici, cultura post-bellica in Italia”. L'appuntamento è stato il risultato finale di un progetto del DIUM dell’Università degli Studi di Udine, avviato nel 2017 sotto la guida di Francesco Pitassio, docente di Storia del Cinema Documentario, col supporto dell’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa di Ivrea.
Tra gli ospiti chiamati a contribuire alla riflessione, lo storico David W. Ellwood, professore alla Johns Hopkins School of Advanced International Studies, che ha illustrato l’importanza del Piano Marshall come strategia di soft power dell’America sull’Europa distrutta dal conflitto; Paola Bonifazio, giovane studiosa italiana trapiantata alla University of Texas di Austin, si è occupata quindi dei film documentari finanziati da capitali americani in Italia e delle strategie politiche e mediatiche degli Stati Uniti nel Belpaese, Vinzenz Hediger, professore alla Goethe-Universität di Francoforte sul Meno ed esperto di cinema industriale e utility film, co-curatore, insieme a Patrick Vonderau, del volume Films that Work (Amsterdam, 2007).
Numerosi gli ospiti e gli eventi rivolti al grande pubblico nei giorni della manifestazione, negli spazi del Kinemax e della Mediateca “Ugo Casiraghi”. Oggi, lunedì 25 marzo, sarà la volta di Massimo Bacigalupo, che presenterà tre dei suoi cortometraggi sperimentali, tra i quali Quasi una tangente, opera cardine dello sperimentalismo cinematografico italiano; l’autore introdurrà il pubblico alla visione delle sue opere, insieme a Paolo Simoni e Mirco Santi dell’Archivio Home Movies di Bologna. Infine, due lavori provenienti dal gruppo di ricerca labdoc dell’Université du Québec à Montréal, da tempo partner della MAGIS Spring School: Witnessing Exile di Danièle Bélanger e Lumières sur l’eau di Ariel St-Louis Lamureux e Nicolas Lachapelle, che esploreranno i temi della migrazione, dell’esilio, dello sradicamento attraverso un uso non canonico del linguaggio cinematografico.