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27 Giugno 2017 — Cerimonia lunedì 10 luglio, alle 11, nella chiesa di San Quirino a Udine
Laurea honoris causa al maestro organaro Gustavo Zanin
Sarà proclamato dottore magistrale in Storia dell’arte e Conservazione dei beni storico-artistici
Il maestro organaro friulano Gustavo Zanin sarà insignito dall’Università di Udine della laurea magistrale honoris causa in Storia dell’arte e Conservazione dei beni storico-artistici. La cerimonia di conferimento si terrà lunedì 10 luglio, con inizio alle 11, nella chiesa di San Quirino a Udine (via Gemona 60). L’assegnazione del massimo riconoscimento accademico all’ottantasettenne artefice di Codroipo, la cui opera è nota in tutto il mondo, è stata proposta dal dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale (Dium) dell’Ateneo.
Il programma dell’evento prevede i saluti introduttivi del parroco di San Quirino, don Claudio Como, e, per l’Ateneo friulano, del rettore Alberto De Toni, e del direttore del dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale, Andrea Zannini.
Seguirà la laudatio di Zanin pronunciata dal direttore del Conservatorio di Udine “Jacopo Tomadini”, Paolo Pellarin, intitolata “Gustavo Zanin e la sua famiglia: sette generazioni di organari friulani”. Dopo la proclamazione a dottore honoris causa, il maestro Zanin terrà la sua lectio magistralis dedicata a “Il suono dell’organo”.
L’artefice. Artigiano, costruttore, restauratore, artista, in una parola “artefice”, come lui stesso ama definirsi, Gustavo Zanin nasce a Codroipo nel 1930 da una importante famiglia di organari, tra le più longeve d’Europa. Gustavo comincia prestissimo e si distingue subito per intelligenza, genialità, ma soprattutto per l’inclinazione e l’interesse necessari a proseguire la tradizione famigliare. A cinque anni inizia con il padre Francesco a premere i tasti che permettono alle canne di risuonare, a sette la divisione armonica e poi, man mano, a comprendere le frequenze che intercorrono fra le note. In seguito frequenta gli istituti musicali e tecnici udinesi per affinare la preparazione, continuando sempre a lavorare insieme al padre.
La sua attitudine alla sperimentazione lo spinge verso una continua ricerca di originali soluzione tecniche, senza mai trascurare l’attaccamento alla tradizione. Così, dal laboratorio di Codroipo, sono usciti strumenti destinati a conservatori, auditorium e soprattutto chiese, fra le quali la chiesa di Santa Maria dei Frari a Venezia. Tra le nuove opere ricordiamo gli organi per i Salesiani di Lisbona, per le cattedrali di Ragusa e Dubrovnik, per il Conservatorio “Tartini” di Trieste, per la chiesa di Santa Rita a Torino e, fino in Equador, per la cattedrale di Portoviejo e molti altri ancora. Numerosissimi sono anche i restauri di organi, tra i quali ricordiamo quello di Spilimbergo e quelli cinquecenteschi di San Bernardino di Verona e di Valvasone e della basilica di San Giorgio Maggiore di Venezia.
Nella sua lunga attività di organaro è stato insignito di numerose benemerenze e riconoscimenti sia nazionali che internazionali, ma, secondo il maestro, «il riconoscimento più prezioso è la sua vocazione per un mestiere che gli ha permesso di costruire uno strumento che fa sentire la voce di Dio».