Nel marzo 2004, con un voto pressoché unanime, il Parlamento ha approvato l’istituzione della Giornata del Ricordo delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, fissandola nella data al 10 febbraio, giorno in cui nel 1947 è stato firmato il Trattato di pace a Parigi che ha assegnato l’Istria, Fiume e le isole quarnerine alla Jugoslavia. Da allora il tema è stato sdoganato e ha smesso di essere politicamente indicibile, ma non per questo si è trasformato in coscienza nazionale condivisa. Anzi, ancora oggi, invece di essere un momento di riflessione sulla nostra storia, è diventato oggetto di strumentalizzazioni e polemiche. La vicenda dell’esodo istriano e dalmata e ancor più quella della loro rimozione è uno spaccato della storia d’Italia, esemplificativa delle sue tante contraddizioni e delle sue ipocrisie intellettuali e politiche, in modo particolare nelle nostre terre di confine che hanno visto guerre, odi, spostamenti di confini e popoli per oltre trent’anni dall’inizio del primo conflitto mondiale alla fine del secondo. L’associazione culturale Apertamente, con il patrocinio del Comune di Staranzano e la collaborazione di èStoria, organizza proprio per il 10 febbraio alle ore 18.00, presso la Sala Peres al primo piano del Municipio, un incontro dal titolo Esodi, confini, frontiere della Storia per affrontare questo tema, inserendolo nel contesto geopolitico che ha seguito la fine della II guerra mondiale e che ha visto riscrivere la carta politica dell’Europa sulla pelle delle popolazioni cui è stato tolto tutto, case, affetti, le radici e la stessa vita. All’incontro interverrà il prof. Andrea Zannini, docente di Storia moderna presso il DIUM.