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4 Marzo 2023 dalle 11:00

'Amore et labore'. Restauri nel castello di Spilimbergo

Spilimbergo (PN), Piazza Castello, 4 - Palazzo Tadea — Il 4 Marzo

'Amore et labore'. Restauri nel castello di Spilimbergo

Sabato 4 febbraio 2023 verrà presentato il quaderno 'Amore et labore'. Restauri nel castello di Spilimbergo (2017-2022) della Fondazione Ado Furlan, che si configura come la prosecuzione e il completamento di quello dedicato nel 2017 all’architetto Giuseppe Torres e al restauro dell’ala del castello di Spilimbergo promosso dall’avv. Marco Ciriani nel 1911-1912. Esso è dedicato infatti al restauro ‘moderno’ dell’edificio, finalizzato al suo utilizzo quale sede di rappresentanza della Fondazione Ado Furlan, cui fu devoluto al momento della sua costituzione (2003). Tale funzione convive con la sua trasformazione in una sorta di ‘casa museo’ destinata a perpetuare il ricordo dello scultore Ado Furlan, che vi trascorse gli ultimi anni di vita, e del figlio Italo, che l’acquistò nel 1965 con l’idea di offrire alla propria famiglia una residenza alternativa alla vecchia casa di Pordenone che di lì a poco sarebbe stata demolita per lasciar posto a una nuova palazzina intitolata a Stendhal dove ancora oggi la Fondazione svolge parte della propria attività. Mentre gli interventi di carattere architettonico, nonché quelli relativi alla pavimentazione e agli arredi lignei si sono svolti fra il 2017 e il 2019 sotto la direzione dell’arch. Vittorio Pierini, nel successivo triennio (2020-2022) si è affrontato non solo il restauro dell’importante fregio a stucco e ad affresco di Giovanni da Udine al piano nobile, ma anche quello dell’adiacente sala degli
stemmi, grazie alla quale è possibile ricostruire la trama dei rapporti intessuti dai conti di Spilimbergo nel corso della loro plurisecolare storia. Il ricordo dello studio dello scultore Ado Furlan, allestito in un ambiente adibito un tempo a ricovero delle carrozze, è affidato a una serie di suggestive fotografie di Italo Zannier. Eseguite a pochi mesi di distanza dalla sua morte (Udine, 14 giugno 1971), esse rendono ancora viva e palpabile l’atmosfera che vi si respirava all’interno, configurandosi come un imprescindibile punto di riferimento per il suo riallestimento.