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13 Luglio 2020

Aquileia. Il primo villaggio

La prof.ssa Elisabetta Borgna inaugura i Giovedì Minervali online

Il territorio aquileiese e la sua frequentazione nel corso delle età del Bronzo e del Ferro è il tema trattato dalla prof.ssa Elisabetta Borgna nella conferenza "Aquileia. Il primo villaggio", che ha inaugurato i Giovedì Minervali online – la modalità telematica della tradizionale iniziativa organizzata dalla Società di Minerva di Trieste.
L'intervento, introdotto dalla prof.ssa Paola Cassola Guida, si concentra soprattutto sulla presentazione dei risultati dello scavo, condotto dal DIUM in concessione del Ministero dei Beni Culturali e in sinergia con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio FVG, nel villaggio dell'età del bronzo di Ca' Baredi presso il Canale Anfora, nell'ambito di un progetto che mira al recupero del paesaggio antropico nell'area aquileiese.


Il territorio di Aquileia è stato oggetto di lunga frequentazione durante la protostoria, con particolare intensità durante le età del bronzo e del ferro. Oltre a una serie cospicua di materiali sporadici, sono noti due villaggi, sede di due comunità che possono essere considerate antenate di quella aquileiese di età storica: il villaggio di Ca’ Baredi presso il Canale Anfora (Terzo di Aquileia) fu attivo durante le età del bronzo media e recente (ca 1500-1200 a.C.), quello dell’Essiccatoio nord fiorì nella prima età del ferro (ca. IX-V sec. a.C.). Il più antico villaggio, quello di Ca’ Baredi, è oggi al centro di un progetto avviato nel 2013 dall’Università di Udine in collaborazione con la Soprintendenza regionale allo scopo di recuperare i lineamenti del più antico paesaggio antropico nell’area aquileiese. I risultati preliminari dello scavo archeologico in corso fanno luce sugli aspetti geomorfologici e ambientali e inoltre su parti di architettura in legno e in crudo e su molteplici strutture, come focolari e forni, appartenenti alla vita quotidiana del sito, che ebbe ruolo strategico nella mediazione di rapporti culturali ad ampio raggio: attivo come avamposto costiero, forse porto dei castellieri istriano-carsici, esso intrattenne infatti relazioni a lunga distanza con le regioni transalpine e medio-danubiane da una parte, e, dall’altra, con la civiltà delle Terramare di ambito padano e con le comunità subappenniniche della costa adriatica.