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21 Luglio 2025
Nuova campagna di scavo sul relitto greco-arcaico di Ispica
Kaukana Project: proseguono per il sesto anno le ricerche in Sicilia dell’Unità di Archeologia Subacquea dell’Università di Udine
A giugno 2025 si è conclusa al largo di Santa Maria del Focallo, nel territorio di Ispica, la seconda campagna di scavo sul relitto greco-arcaico databile al VI–V secolo a.C. condotta dall’Unità di Archeologia Subacquea (UAS) del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine in collaborazione con la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana.
Dopo una prima breve indagine dello scorso settembre, le nuove operazioni sono state realizzate nell’arco di cinque settimane tra maggio e giugno, consentendo di mettere in luce ampia parte del relitto, oggetto sia di documentazione diretta, che di riprese fotogrammetriche finalizzate a ottenere un modello tridimensionale.
Le indagini del 2025 sono state sponsorizzate dalla Sunk Costs Productions, che insieme alla Sikelia Productions di Martin Scorsese sta lavorando al progetto cinematografico “Shipwreck of Sicily”. Alle attività scientifiche sono state quindi alternate fasi di riprese video, che serviranno alla realizzazione di questo docufilm co-prodotto dal celebre regista americano.
Questa seconda campagna di scavo sul relitto di Santa Maria del Focallo, segnalato nel 2022 da Antonino Giunta, un appassionato locale, rientra nel più ampio “Kaukana Project”. Obiettivo del progetto, voluto nel 2017 dal compianto Sebastiano Tusa, Soprintende del Mare e poi Assessore alla Cultura della Regione Siciliana, e da Massimo Capulli, docente di Archeologia Subacquea e Navale all’Università di Udine, è la ricostruzione diacronica del paesaggio sommerso e costiero della provincia di Ragusa. Si tratta infatti di un programma organico di ricerca e studio delle testimonianze storico-archeologiche conservatesi lungo il litorale tra le antiche città di Ispica, Kaukana e Kamarina, regolato da una Convenzione di Collaborazione Scientifica tra il DIUM e la Soprintendenza del Mare.
La campagna di scavo del 2025, diretta da Massimo Capulli in stretto coordinamento con Fabrizio Sgroi della Soprintendenza del Mare, ha permesso la quasi completa messa in luce dei resti della nave, che si trova a circa 6 metri di profondità coperta da uno strato frammisto di sabbia, ciottoli e massi. Grazie all’utilizzo della sorbona ad acqua si è infatti potuto liberare buona parte dell’ossatura della nave, tra cui il paramezzale e una delle due ruote, nonché di individuare l’albero dell’imbarcazione con il suo piede. Inoltre, durante lo scavo è emerso un pezzo di cima in ottimo stato di conservazione, frammenti di ceramiche a figure nere e un piccolo unguentario con inciso in lettere greche “NAU” (nave).
Dal punto di vista della costruzione navale, il relitto fa parte della tipologia “su guscio portante”, ossia quelle navi in cui le tavole del fasciame venivano rese solidali tra loro grazie a una serie di incastri detti a mortasa e tenone: ciò consentiva di ottenere una struttura (guscio) autoportante, mentre solo successivamente venivano messe in opera le ordinate, ovvero le costole della nave, con funzione solo di rinforzo.
Le attività a mare, oltre a Massimo Capulli e Fabrizio Sgroi, hanno visti impegnati Dario Innocenti e Lucrezia Maghet per l’Università di Udine, Salvo Emma per la Soprintendenza del mare, Lisa Briggs e Peter Campbell per la Sunk Costs Productions.
Le ricerche si sono avvalse inoltre della collaborazione della Capitaneria di Porto di Pozzallo e del supporto logistico della “3PSUB” di Paolo Ciacera che ha fornito i mezzi nautici.