Le industrie tecniche del cinema italiano (1944-1964):
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Le industrie tecniche del cinema italiano (1944-1964):
archivi, discorsi, infrastrutture
Responsabile scientifico: Simone Venturini
Unità di ricerca di Bologna: Paolo Noto, Giacomo Manzoli
Il progetto intende offrire una prima ricognizione e inquadramento degli archivi, delle strategie discorsive e delle infrastrutture tecnologiche e simboliche delle “industrie tecniche” (o “ausiliarie”) del cinema italiano (teatri di posa, stabilimenti di sviluppo e stampa, di doppiaggio, fabbriche di pellicola, fabbriche di macchine e di apparecchi cinematografici) durante un periodo di tempo segnato ai suoi estremi da due passaggi critici epocali.
Da un lato l’intervallo considerato è segnato dalla fondazione dell’Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche (ANIC, poi, dal 1945, ANICA, con l’aggiunta, appunto, delle “Affini”) e dal ruolo svolto (specie attraverso l’Unione Nazionale delle Industrie Ausiliarie) nella costruzione dei presupposti giuridici ed economici per la rifondazione dell’industria cinematografica italiana nel secondo dopoguerra: dall’altro dalla crisi economica e finanziaria del 1963-1964 e la rinnovata necessità di ripensamento, ammodernamento e consolidamento delle tecnologie e quindi del comparto delle industrie tecniche seguito e promosso in prima persona dall’ANICA e che troverà un nuovo terreno di ancoraggio nelle norme relative alla conferma delle percentuali di film di nazionalità italiana da produrre e post-produrre in Italia per il cinema e la televisione e inserite nella legge n. 1213 del 4 novembre 1965.
All’interno di un ampio e stratificato stato dell’arte della letteratura dedicata allo studio economico-finanziario, industriale e dei modi di produzione del cinema italiano del periodo, le infrastrutture materiali, discorsive e le tracce d’archivio delle industrie tecniche del cinema italiano sono state solo parzialmente, occasionalmente o per nulla indagate. Ciò nonostante, importanti studi e progetti recenti hanno fatto emergere complessi documentali decisivi per il loro studio. Tali studi e stati dell’arte saranno di riferimento per l’architettura di base del presente progetto, i cui obiettivi possono essere riassunti in:
- censimento delle fonti primarie;
- mappatura delle infrastrutture tecniche;
- identificazione di fuochi storici, discorsivi e infrastrutturali primari per lo studio delle industrie tecniche.
Metodologia
Per lo studio delle industrie e infrastrutture tecniche del cinema italiano il progetto si avvarrà di tre framework metodologici tra loro intrecciati: il primo di carattere storico-archivistico, il secondo votato all’analisi dei discorsi; il terzo all’inquadramento delle industrie tecniche come ‘infrastrutture’.
Il primo framework si basa su strumenti e quadri metodologici propri della storiografia del cinema e in particolare della storia economica e industriale del cinema italiano e dell’archivistica del cinema e si concretizzerà attraverso una ricerca archivistica e sistemazione storiografica delle fonti primarie di riferimento, sulle quali esiste già una prima ricognizione e inventariazione: Archivi ANICA (Roma, Oppido Lucano), Fondi dell’Archivio Centrale dello Stato, Periodici e pubblicazioni specialistiche (Riviste, Pubblicazioni ANICA, ecc.).
Il secondo quadro si concentrerà in particolare su una prima identificazione delle strategie discorsive messe in atto dalle industrie tecniche e in particolari dei luoghi sensibili in cui rilevarle: articoli, relazioni, report e verbali, servizi cinematografici presenti in specifici sezioni dell’Archivio ANICA (l’Unione interna delle industrie tecniche e dei lavoratori del comparto), delle pubblicazioni ANICA (in molte relazioni annuali), delle riviste di settore, dei servizi cinematografici circolati presso le sale cinematografiche prima e la televisione poi.
Infine, il terzo framework sarà fondato su una prima messa alla prova della nozione critica e teorica di “infrastruttura” e degli studi ad essa associati, in particolare da applicare ad alcuni casi di studio opportunamente selezionati (in particolare tra gli stabilimenti di sviluppo e stampa e di produzione di apparecchiature tecniche). A partire dagli studi di caso identificati, verranno isolati ambienti tecnici, sistemi di lavoro, ma anche i prodotti simbolici, logici e materiali che scaturiscono da schemi progettuali, processi di trasformazione dei materiali, flussi di informazioni e percorsi d’uso.
In conclusione, l’analisi delle industrie tecniche come specifiche infrastrutture materiali (l’ancoraggio del cinema di ‘nazionalità italiana’ a un intreccio luoghi, di oggetti e pratiche tecniche e funzionali distribuite sul territorio, Milano, Roma, altrove) e discorsivo-simboliche (la qualità, la perfezione e il primato degli impianti tecnici italiani come elemento di costruzione un’identità industriale e del paradigma del Made in Italy) è funzionale a individuare una agency decisiva e in gran parte sottaciuta nel momento di trasformazione industriale e socio-culturale del cinema italiano. Il cui apporto, si vuole dimostrare, appare più ampio e centrale di quanto si possa ritenere, specie rispetto alla loro rappresentazione e connotazione canonica di industrie ausiliarie e affini e quindi eccentriche rispetto allo studio delle forme simboliche e dei modi di produzione del cinema italiano.
Risultati attesi
Data la specifica natura del progetto (di sistemazione e di primo scavo da un lato, propedeutico a ulteriori carotaggi e ampliamenti dall’altro) il progetto seguirà i principi dell’open science, condividendo basi documentali, processi e risultati della ricerca, al fine di permettere il pieno coinvolgimento delle comunità scientifiche e degli stakeholders corporativi e culturali.
Nello specifico i risultati attesi saranno:
- inquadramento dei principali fondi archivistici e fonti primarie di riferimento per lo studio delle industrie tecniche;
- censimento e mappatura di un primo inventario ragionato delle infrastrutture tecniche attive durante il periodo considerato;
- presentazione delle prime analisi basate su specifici studi di caso e strutturate sulla base dei quadri metodologici adottati (studio storico, discorsivo, infrastrutturale);
- modellazione della ricerca ai fini di una sua estensione su scala transnazionale.