L'online e un'Università per tutti – di Flavio Rurale
Divulgazione
ELZEVIRO – 7 aprile 2020
L'online e un'Università per tutti
di Flavio Rurale
Da anni ormai, nei corridoi, durante i Consigli di Corso e di Dipartimento, per strada ci scambiamo opinioni, idee e suggerimenti sull’opportunità di attivare corsi telematici e di mettere a disposizione degli studenti lezioni video-registrate. Emanuela Colombi, tempo fa, mi sollecitò a prendere in esame l’ipotesi di arricchire l’offerta di ore di lezione online nell’ambito del coordinamento del corso di laurea magistrale di Studi storici (qualche collega in effetti si era già dato da fare in questo senso): vedeva lontano.
Poi è arrivato il Covid 19 e la discussione accademica si è trasformata in emergenza, necessità di trovare alternative. Il Direttore del DIUM ha saputo in queste settimane iniettare in ciascuno di noi lo stimolo necessario per superare l’ostracismo verso questi strumenti. Personalmente, da sempre molto scettico su questa soluzione, gliene sono grato. Giustamente, Maddalena Zunino non si straccia le vesti: bandendo i dubbi e la reticenza iniziali ha deciso di mettere a disposizione anche la registrazione delle proprie lezioni in streaming.
Il confronto su questo tema, in questi giorni, si è fatto serrato a ogni livello. Dietro l’evidente urgenza della situazione (ma ci avete pensato, che fortuna vivere ai tempi di internet!?), dietro l’interesse economico (l’affare che molti intravedono nei prossimi mesi/anni) si affacciano opportunità che a mio parere devono invogliarci a riflettere, a ragionare su quanto sta accadendo in previsione soprattutto di un futuro incerto e, forse, per molti un po’ minaccioso.
Come storico dell’età moderna seguo la discussione in corso anche tra i soci della mia società scientifica. Mi ha colpito tra le tante una lettera. Dice in sostanza: sì, va bene, la preoccupazione per la nostra ricerca, per la scarsità di finanziamenti pubblici, per l’ulteriore prevedibile restrizione di fondi nella crisi che seguirà... e, ancora, d’accordo, confrontiamoci pure sui problemi, i limiti della didattica telematica cui siamo ora costretti... questioni sacrosante, certo... però, continuava la lettera, c’è un’urgenza ancor più grave: le preoccupazioni degli studenti e delle loro famiglie per le conseguenze economiche di quanto stiamo/stanno vivendo, conseguenze che potrebbero allontanare molti di loro dalle nostre aule.
Ho ringraziato il collega che l’ha scritta per questa non comune sensibilità. Di qui la necessità di un’azione collettiva che convinca il governo e il ministero dell'Università a farsi carico di questa situazione, a trovare una soluzione capace di assicurare la continuità degli studi dei nostri studenti. Non potremo astenercene.
Infine, una provocazione. Un amico e maestro, defunto in età ancora giovane, mi raccontava, con sorriso e ironia, degli esami... al telefono, sì, al telefono!, "pretesi" degli studenti lavoratori nell'epoca del furore ideologico degli anni Settanta. La discussione sul futuro delle lezioni online è avviata e la questione ormai ineludibile: c’è chi pensa, con qualche ragione, che saranno implementate e destinate a studenti di serie B. Vediamola sotto un'altra luce: questa potrebbe essere l'occasione, lo strumento (lo dico così, senza pensarci troppo, qualcuno sicuramente mi smentirà) per garantire gli studi universitari (gratuiti a questo punto, assolutamente gratuiti) a chi si troverà in maggior sofferenza nei prossimi anni. I docenti dell'Università pubblica, laddove sarà possibile, si organizzeranno (in modo strutturale e non lasciando la cosa a iniziative sporadiche) per garantire lezioni, percorsi di laurea online del tutto gratuiti a giovani e meno giovani che non avranno la possibilità di pagare le tasse universitarie, frequentare lezioni, sopportare trasferimenti.
Pensiamoci.
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