Eurofobici, euroscettici, euro-indifferenti, europeisti: l'Unione non potrebbe essere vista in maniera più diversa dai suoi stessi cittadini. C'è chi la percepisce come una rigida sovrastruttura inutile e lontana, persa nei suoi complicati meccanismi, e chi invece come una trappola per topi pronta a stritolare. C'è chi vede nella sua istituzione la chiave di un progresso economico e civile inimmaginabile, fino a settant'anni fa, per un continente con una storia segnata dal continuo susseguirsi di scontri e ostilità. C'è poi chi, più cinicamente, le riconosce la nobiltà degli ideali fondanti, ma non vede per il progetto altro epilogo possibile che il fallimento.

Per un Europeo, oggi, non potrebbe essere più difficile capire che cosa significhi "Europa", ma il problema di fondo è che la discussione tra le parti si gioca esclusivamente sulle percezioni, su ciò che per ognuno l'Europa è. Ciò che resta fuori è spesso la discussione su cosa sia davvero.

Il programma SPES (Scuola di Politica ed Etica Sociale dell'Arcidiocesi di Udine, diretta dal prof. Luca Grion) offre in tal senso ai suoi giovani corsisti un incontro in netta controtendenza: il prof. Andrea Zannini, docente di Storia moderna presso il DIUM, riporterà il focus sul piano oggettivo dei fatti con un intervento dal titolo Europa al bivio: tra passato e futuro.
Ripercorrendo la storia del progetto europeo dalle origini ad oggi e ragionando su quali possano essere le prossime sfide da affrontare, la lezione sarà l'occasione per un confronto aperto su una delle questioni più cruciali della contemporaneità, connessa com'è anche e soprattutto al problema della definizione della nostra identità.