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28 Maggio 2021 dalle 09:00 alle 13:00

La tutela del patrimonio culturale: aspetti tecnico-scientifici e amministrativi

Microsoft Teams - seminario online — Il 28 Maggio

La tutela del patrimonio culturale: aspetti tecnico-scientifici e amministrativi

La prof.ssa Claudia Bolgia, direttrice della Scuola di Specializzazione in Beni storico-artistici, e la dott.ssa Elisabetta Francescutti della Sabap FVG organizzano per venerdì 28 maggio il seminario formativo La tutela del patrimonio culturale: aspetti tecnico-scientifici e amministrativi

Il seminario, che si rivolge ai docenti del collegio della scuola e della sezione arte, si articolerà in quattro interventi.

I beni di proprietà di enti pubblici o morali: la verifica dell’interesse culturale art. 12 D.lgs 42/2004
Irina Baldescu
Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per il comune di Venezia e laguna

L’intervento intende illustrare l’iter procedurale dei “Vincoli” sui beni di proprietà pubblica, in relazione a quello che la precedente Legge 1089/1939 identificava come “tutela de jure” (ambito di applicazione dell’art. 12 D.lgs 42/2004, verifica dell’interesse culturale, e il funzionamento della base dati beniculturali.it), sottolineando le differenze rispetto ai “vincoli” di beni privati (art. 13, Dichiarazione di interesse culturale particolarmente importante).
Verranno messi in rilievo alcuni aspetti ritenuti importanti, prendendo spunto da un esempiodi provvedimento recente.
Si accennerà brevemente ad alcune conseguenze che il regime di proprietà pubblica dei beni culturali implica e alle fattispecie delle autorizzazioni allo smembramento di raccolte o collezioni, autorizzazione al trasferimento di proprietà e/o altri diritti (tra cui costituzione di ipoteca, concessione ecc.), di cui agli artt. 55, 56, 57 bis D.lgs 42/2004.

Da opera d’arte a bene culturale: la tutela dei beni mobili privati e l’articolo 10 comma 3 lettera a) del Codice dei beni culturali e del paesaggio
Annamaria Nicastro
Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia

Sarà esposto il caso delle quattro statue lignee della famiglia Dolfin in deposito (non lascito o dono) presso il Museo Civico di Pordenone, e lì in attesa che un erede le rivendicasse, senza condizione giuridica di bene culturale in quanto non facenti parte delle collezioni del Museo, ma di proprietà privata.
Si tratta di quattro sculture (Sant’Antonio da Padova, San Marco Evangelista, San Lorenzo, Crocifisso) della seconda metà del Seicento riconducibili al barocco veneziano e realizzate per l’altare maggiore dell’Oratorio dedicato a Sant’Antonio da Padova della villa nobiliare Correr di Rorai Piccolo, frazione di Porcia (PN), realizzata tra il 1662 ed il 1683.
La proprietà passò nel 1848 alla famiglia Dolfin, anch’essa della nobiltà veneziana, in seguito al matrimonio tra Caterina Correr con il conte Carlo Dolfin. Il complesso padronale, composto da villa, braida, barchesse e cappella gentilizia è tutelato con due decreti di interesse culturale: un D.M. del 18/07/1960 in merito alla villa, e un D.M. del 19/07/1982 in merito agli annessi, cappella e arredi al suo interno. In quanto il complesso versava in stato di abbandono, l’ultimo proprietario della famiglia Dolfin, depositò negli anni Ottanta del secolo scorso gli arredi della cappella nel Museo Civico d’Arte di Pordenone, dove ancora si trovano.
Il decreto di interesse particolarmente importante sulle quattro statue è stato emesso ai sensi degli artt. 10 comma 3 lett. a) e 13 del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 in quanto beni di proprietà privata.​

La tutela del patrimonio demoetnoantropologico e della cultura immateriale
Claudia Crosera
Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia

Uno degli aspetti dell’esercizio della tutela riguarda il patrimonio Demoetnoantropologico (DEA) e il patrimonio della cultura immateriale e la definizione di una chiara applicazione di queste tematiche al D.Lgs 42/2004. Alla luce delle convenzioni Unesco di Parigi del 2003 sulla salvaguardia del patrimonio culturale immateriale e del 2005 sulla protezione promozione delle diversità culturali, e in linea con le direttive e i primi risultati dei gruppi di lavoro dedicati all’elaborazione di linee guida per le attività di tutela sui beni etnoantropologici e immateriali del servizio VI Tutela del patrimonio demoetnoantropologico e immateriale della Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Ministero della cultura, l’intervento si propone di analizzare le difficoltà applicative della normativa e le problematiche relative alla salvaguardia di questo particolare settore di beni, analizzando alcuni esempi di verifica dell’interesse culturale del patrimonio DEA e, nello specifico, alcuni provvedimenti di tutela di esercizi commerciali storici come caffè letterari, pasticcerie, farmacie e librerie.

L'esercizio della tutela attraverso i vincoli: origini ed effetti dei provvedimenti di dichiarazione dell'interesse culturale
Melissa Ricetti
Segretariato regionale del Ministero della cultura per il Friuli Venezia Giulia

L'utilizzo del termine vincolato per indicare un bene sottoposto a tutela da parte degli organi a ciò preposti è ampiamente diffuso nel parlare comune. Tuttavia, per i non addetti ai lavori, non è sempre chiaro che cosa sia un vincolo e, soprattutto, quali conseguenze abbia.
L'intervento si propone di esporre le fasi fondamentali della costruzione di un vincolo, oggi meglio definito dalla normativa vigente quale dichiarazione dell'interesse culturale, esplorandone, a seconda delle varie tipologie di beni, i motivi fondanti, i diversi soggetti coinvolti, le caratteristiche formali dell'atto finale e, in particolare, gli effetti.