Università degli Studi di Udine

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Medici e medicina sulla scena attica tragica e comica (Scen_Med_Lab)

Medici e medicina sulla scena attica tragica e comica (Scen_Med_Lab)


Responsabile scientifico:
 Elena Fabbro

In collaborazione con il laboratorio 
HISOMA – History and Sources of the Ancient Worlds, Université Lumière Lyon 2 e con RIMA – Centro di ricerca interdipartimentale per la medicina antica 

Finanziamento: Dipartimento di Eccellenza
Medici e medicina sulla scena attica tragica e comica (Scen_Med_Lab)

Il progetto nasce dalla raccolta sistematica dei passi della commedia greca in cui compaiono temi legati alla medicina, riconoscibili attraverso l’uso di lessico tecnico o specialistico. A partire da questa base, l’indagine è stata estesa anche al corpus tragico del V e IV sec. a.C., con l’intento di esplorare la presenza e il ruolo di conoscenze mediche – anatomiche, fisiologiche, patologiche e terapeutiche – all’interno dei generi teatrali antichi.

Obiettivi

La raccolta dei passi è stata intesa anzitutto come repertorio storico-letterario utile a interpretare contenuti e influenze del genere teatrale, ma anche come repository per il successivo trasferimento dei dati lessicali e tematici in un ambiente virtuale open access.

La ricognizione ha messo in luce come in Aristofane ricorrano numerosi termini, nozioni e idee decisamente prossimi a quelli impiegati dai medici ippocratici, come ad es.: interesse per le età; osservazione delle evacuazioni; individuazione di un rapporto tra evacuazioni e alimentazione; conoscenza di organi e funzioni vitali; dei fenomeni propri della donna (fertilità; sterilità e gravidanza); dei principi della generazione; della dottrina dei venti; di patologie di varia natura, ad. es. oftalmiche; traumatiche; osteo-articolari; dermatologiche e psichiche (nel quadro teorico del sistema umorale); ancora uso di alimenti in funzione terapeutica e culinaria; di bagni; di semplici; e di trattamenti chirurgici (in particolare fasciature e coppette). Considerato che Aristofane è un diretto contemporaneo di Ippocrate e che il poeta non intende nella sua opera alludere alla dottrina del medico, il materiale dovrà piuttosto essere considerato come una preziosa fonte documentaria su principi e nozioni riguardanti la salute del corpo e la malattia preesistenti alla medicina razionale ippocratica, e successivamente sviluppati dalla stessa con strumenti e linguaggio propri di una techne.

Nella produzione rappresentativa della mese – finora poco investigata per i suoi legami con la medicina – si è rivelata interessante soprattutto l’opera superstite di Alessi di Turi, che menziona diverse parti del corpo e fa riferimento alla teoria umorale, in particolar modo per la natura della bile, che varia nelle proprie caratteristiche dai soggetti maschili a quelli femminili. Notevolissimo il fr. 195 K.-A., che attesta la conoscenza da parte del comico della relazione tra la percezione degli odori e l’elaborazione da parte del cervello per mezzo della respirazione, teorizzata dal filosofo Pitagorico Alcmeone di Crotone. Alessi, come altri poeti della mese, ebbe inoltre interesse per la figura del medico, che in questa fase del genere comico è introdotta nelle trame, e per il male psicologico quale fonte di sofferenza per l’uomo e di disturbi del pensiero e del comportamento. Con la mese si accentua anche l’interesse per la dieta, e in particolare per le abitudini alimentari tenute dai filosofi, da sempre oggetto di osservazione e critica da parte dei comici.

Nella produzione di Menandro i passi pertinenti alla ricerca riguardano in misura minore l’anatomia e la fisiologia – chiamate in causa fondamentalmente per gli aspetti del corpo e della vita più ‘umani’, come ad es. l’allattamento – e in modo preponderante invece la patologia. In questo autore la conoscenza della fisio-patologia umorale raggiunge l’apice, con dimostrazione di interesse particolare per le conseguenze psico-fisiche dello squilibrio degli umori quali elementi costitutivi del corpo: Menandro conosce soprattutto la bile nera – un fluido di difficile identificazione ritenuto responsabile di manifestazioni depressive, ma anche colleriche – e indaga lo stato del malato melancolico a tutto tondo, tanto da poter essere confrontato con le fonti mediche coeve e addirittura successive. Fin da giovane Menandro conosce e aderisce alle dottrine del Peripato, ed è noto che la melancolia fu oggetto di trattazione da parte della scuola, e segnatamente di Teofrasto, ma anche nel suo caso sembra più prudente ritenere che i contenuti medici vadano di pari passo con i progressi e le tendenza della medicina, che in età ellenistico-romana considera oggetti di indagine nuova e privilegiata aspetti interiori del corpo e della vita, quali quelli della mente e dell’anima.

Risultati nell'ambito delle DH

  • Ricognizione dei testi comici greci nelle edizioni e nei commenti disponibili, e analisi linguistico-stilistica dei passi individuati in base alla presenza di termini significativi;
  • Interpretazione dei contesti poetici e teatrali in vista della valutazione dei termini stessi ricercando in esso la funzione dei termini scelti.
  • Stesura di dossier contenenti i risultati dell’analisi, che consentano di tracciare una storia dei rapporti fra commedia e medicina da proporre per la successiva pubblicazione.
  • Estrazione dei termini chiave in vista della eventuale creazione di uno strumento digitale, collocabile in ambiente virtuale, che consenta di archiviare e consultare i dati risultanti dall’attività di ricerca svolta (Comm_Med_Lab).

Pubblicazioni

  • A. Monte, Recording Medical Recipes on the Back of Papyrus Documents: A receptarium from the British Library, Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik 233 (2025) 143–162.
  • A. Monte, Medicine per corrispondenza: due papiri viennesi rivisitati (MPER N.S. XIII 6 e SB XXVI 16455), Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik 233 (2025) 163–168.
  • A. Monte, I colori dei farmaci antichi: l’ "impiastro grigio Egizio" nella letteratura medica e in un ricettario su papiro, Aegyptus 105 (2025) 87–100.
  • A. Monte, A Life in Fragments: The Physician Heras of Cappadocia and His Narthex between Indirect Tradition and Papyrus Evidence, Symbolae Osloenses 98 (2024) 24–47.
  • Ch. Savino, Una glossa aristofanea nel lessico di Eroziano (κ 9; σ 5): problemi di tradizione ed ecdotica, Galenos 15 (2021) 15–26.
  • Ch. Savino, Corvi e adulatori. Attestazioni e origini di un antico detto greco, Aion 43 (2021) 1–15.
  • Ch. Savino, Galeno e la fortuna della commedia attica, Technai 12 (2021) 25–43.

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Immagine: Marie-Lan Nguyen (2011) – CC BY 3.0