Patrimonio Artistico
DIUM
Patrimonio Artistico
Nella sede principale del DIUM, l'elegante palazzo Caiselli, si trova un nucleo importante di dipinti, disegni, incisioni, sculture e installazioni della collezione d'arte contemporanea dell'Ateneo. Queste opere, pervenute all'Università grazie alle donazioni di privati e di singoli artisti, sono dislocate nelle sale, nei corridoi, negli studi dei docenti e nei pianerottoli delle scalinate (come efficacemente illustrato dalle foto di Mirco Cusin appositamente realizzate per questa pagina). Esse si integrano armoniosamente con le decorazioni originali del palazzo che le ospita, come i pregevoli affreschi ottocenteschi di Marino Urbani e Ferdinando Simoni.
Con l'eccezione della recente acquisizione del ritratto del cosiddetto Conte Caiselli, riconducibile ad un ignoto pittore del Seicento, il patrimonio artistico del DIUM rappresenta un interessante spaccato dell'arte regionale a partire dal primo Novecento. Sono infatti rappresentate le più tradizionali tendenze figurative, come i cinque dipinti a olio di Aldo Giobatta Foschiatti, di cui si conservano inoltre numerosi disegni e incisioni.
Altre opere costituiscono saggi di artisti che si sono distinti in modo particolare negli anni Ottanta, all’insegna del ritorno alla pittura: Grande Cipresso di Franco Dugo, la cui opera incisoria rimanda esplicitamente a Dürer, Relicta n. 29 di Nata e Paesaggio di Claudio Guerra, caratterizzati da una pittura stenografica che delinea figure enigmatiche e spazi imprecisati.
Cronologicamente più recenti, Tubi d'aria di Bruno Aita e Mi dono tutto alla luce di Claudio Mario Feruglio trattano il rapporto fra umanità e natura, il primo sul piano dell'ecologismo, il secondo su quello spirituale; l'incisione di Lorenzo Vale (Primo viaggio in Grecia), invece, presenta un mondo metafisico in dialogo con la tradizione classica.
Sul versante opposto, dall'astrattismo al minimalismo, le opere in collezione si distinguono per la versatilità delle tecniche impiegate. I pittori Carlo Ciussi e Aldo Colò (Cuspide) percorrono la via dell'astrattismo geometrico con composizioni geometriche dinamiche e discontinue; il veneto Pope Galli (Dittico) e i lombardi Gottardo Ortelli (Tempo liberato) e Teodosio Magnoni si muovono nell’alveo del minimalismo e della pittura analitica, facendo del rigore formale la propria cifra stilistica, mentre lo scultore Nane Zavagno, pur riprendendo sulla carta le forme primitive delle sue possenti sculture minimaliste, sembra ridurle a materia friabile ed incerta. Carlo Patrone (Nuova istocromia) utilizza diversi tipi di carta e cartone trattati con sostanze ossidanti e acidi che fanno emergere la struttura intrinseca del materiale.
Federico Rizzi compone opere su tela costituite da una stratificazione di materiali eterogenei, come reti metalliche, plastica e strati di vernice. Graziano Negri (Hortus Conclusus) e Alessandra Lazzaris lavorano entrambi su lastre metalliche, il primo utilizzando spatole per stendere il colore sulla lastra di alluminio perfettamente liscia e lucida, mentre la seconda fa uso invece degli acidi corrosivi sulla lamiera per ottenere particolari effetti pittorici. Infine, spicca il pannello in acciaio di Riccardo De Marchi, attraversato da perforazioni strutturate come un testo scritto.
Gli esempi di arte concettuale presenti nel percorso espositivo si pongono in diretta relazione con il pubblico, riflettendo, in modo talvolta ironico, sull'essenza delle cose e su temi rilevanti della società contemporanea: l'installazione di Beppino De Cesco (Marinare la scuola) raffigurante una sedia a sdraio da spiaggia insolitamente grande, l'objet trouvé rivisitato di Toni Zanussi (Illumina 1 Cassa), un bozzetto di Carlo Vidoni (Interno con pala), una serigrafia di Ludovico De Luigi (La madonna dei rubinetti), un montaggio fotografico di Guido Sartorelli (Vedere il tempo). Non mancano, inoltre, opere di celebri illustratori e fumettisti, Naufragio di Renato Calligaro e una vignetta di Francesco Tullio Altan.
Infine, i lavori degli scultori rappresentati in collezione, dal grande bozzetto del Cancello di Dino Basaldella alla scultura lignea di Ennio Brandolini, Ettore, e alla Ninfa marmorea di Giancarlo Tramontin, manifestano un meditato studio dei rapporti fra spazio e volumi venato di colto arcaismo.
Tutte le opere d'arte che costituiscono la collezione di arte contemporanea dell’Ateneo sono documentate su arte.uniud.it.
Testo di Alessandro Del Puppo, Professore associato di Storia dell'arte contemporanea.