University of Udine

DIpartimento di Studi UManistici
e del patrimonio culturale

DIUM - Dipartimento di eccellenza 2023-2027 MUR MENU

Una questione di sguardi – di Andrea Tabarroni

ELZEVIRO – 5 MAGGIO 2020

Una questione di sguardi

di Andrea Tabarroni


“Elzeviro” è una nuova iniziativa dipartimentale, un esperimento che ha lo scopo di aumentare la circolazione delle idee e il confronto degli argomenti all’interno del Dipartimento. Non ci sarà periodicità, né scelta prefissata dei temi, purché di interesse generale: è una pagina bianca messa a disposizione di tutti, sulla quale possiamo tutti intervenire.
Le proposte di contributo devono essere inviate a: sitowebde.dium@uniud.it.

Una questione di sguardi - copertina


Fare lezione a distanza vuol dire parlare senza vedere a chi parli — se ti rivolgi a una classe appena numerosa — oppure vedere mentre parli una galleria di volti, in dimensioni più o meno ridotte, e tutti congelati alla medesima distanza virtuale. Tu li vedi, o più spesso non li vedi, soprattutto non li intravedi in quella modalità sfumata, più o meno sgranata, in cui ciascun volto è inserito nella visione collettiva di un gruppo o di un pubblico.
Ne viene che non sai come farti vedere da questi sguardi che non vedi: sei un (imperito) attore davanti all’ottica fredda di una telecamera nello studio vuoto. L’assenza che vedi è una minaccia incombente sul percorso, e sul discorso, che cerchi di protendere nel vuoto.
E dall’altra parte? Forse che ascoltare (e capire) non richiede anch’esso lo sguardo del discorso? L’essere guardato e visto e il sentirsi guardato e visto di chi ascolta da parte di colui che parla?
Non è soltanto una questione di contorno, di buone maniere, di sentirsi a proprio agio. La psicologia dello sguardo ha ormai delineato i confini delle strategie e dei comportamenti percettivi coinvolti nell’apprendimento come processo socio-cognitivo. La ricezione di un nuovo oggetto epistemico richiama una protensione cognitiva che a sua volta si nutre anche di relazioni percettive di natura sociale. È stato Alain Brossard nella sua Psychologie du regard (Neuchâtel – Paris, P.U.F 1992) ad insegnarci che «les fondements du savoir, de la connaissance sont non seulement sociaux d'une part et individuel d'autre part, mais… à l'intérieur de ce rapport à la connaissance, le corps en tant que communicant par la médiation des regards, tient une place prépondérante».
In breve, la didattica è anche una questione di sguardi e lo sguardo, nella sua doppia dimensione del guardare e del sentirsi guardato, passa sempre attraverso il corpo. Se il corpo non è presente, dev’essere surrogato: attraverso il simbolo, l’immagine, l’avatar — ma la relazione subisce un’ulteriore mediazione.

 LEGGI ANCHE...


Da virus a virus – di Andrea Tabarroni

Da virus a virus
di Andrea Tabarroni

Ogni tanto gli scienziati si chiedono se un virus sia un essere vivente. Dipende da cosa si intende per essere vivente... (continua)


L'occhio volante, di Orietta Lanzarini

L'occhio volante
di Orietta Lanzarini

Mai come adesso gli occhi sono protagonisti della nostra quotidianità. Basta un giro al supermercato per incrociare – oltre lo scudo sociale, più che sanitario, della mascherina... (continua)


Se il fragile rivela il prezioso – di Luca Grion

Se il fragile rivela il prezioso
di Luca Grion

La fragilità del bene, oltre che titolo di un bel libro di Martha Nussbaum, sembra essere una verità esistenziale che, in questi tempi di quarantena, ha trovato conferme... (continua)