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28 Novembre 2022
Nuove scoperte dalle Grandi Terme di Aquileia
Continua il lavoro dell'Università di Udine per il recupero dell'imponente complesso termale, di cui si sono identificati ulteriori ambienti e l'abside del calidarium
Le attività di scavo degli archeologi udinesi nell'area delle Grandi Terme di Aquileia, iniziate con l'obiettivo di continuare in modo sistematico un'investigazione che a più riprese aveva interessato l'area nel corso del XX secolo, hanno portato alla progressiva scoperta di diverse parti dell'originaria struttura, voluta per la città dall'imperatore Costantino: ampi saloni mosaicati, il complesso del frigidarium, la grande piscina centrale lastricata, oltre che diverse stanze e annessi. A tutto questo si può ora aggiungere il risultato delle più recenti indagini condotte da Matteo Cadario e Marina Rubinich le quali, concentrandosi sulle parti ancora inesplorate dei settori nord-orientale e occidentale, hanno portato al recupero di un ulteriore ambiente con grandi vasche e fontane e dell'abside del calidarium – l'area destinata alle immersioni in acqua calda e ai bagni di vapore. Non solo: è stata riportata alla luce anche parte del doppio sistema di riscaldamento a pavimento (ipocausto) e a parete, che veicolava l'aria calda prodotta dai forni esterni e garantiva il mantenimento della giusta temperatura dell'acqua.
Si tratta di un ulteriore, importante tassello che arricchisce non solo la conoscenza di quelle che sono state le fasi di costruzione e ristrutturazione del complesso termale (che per dimensioni può essere paragonato alle grandi terme di Roma e delle altre residenze imperiali), ma anche della 'clientela' che lo frequentava – impresa nient'affatto semplice, quest'ultima, anche a causa delle sistematiche spoliazioni che l'area ha subito dal VI secolo in poi. Testimoniano ancora l'antico lusso i marmi colorati, le raffinate decorazioni musive, le colonne e qualche fortunato ritrovamento più minuto, come il grano di collana in vetro a stampo con una testina femminile (III sec. d.C.): preziosissimo, in questo senso, è stato il contributo offerto anche da specializzandi Sisba e studenti di Archeologia (Beni Culturali e ARCA), per i quali lo scavo funge da cantiere-scuola.
I lavori, condotti su concessione ministeriale e in accordo con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, hanno inoltre goduto della collaborazione scientifica di Cristiano Tiussi, direttore della Fondazione Aquileia, che ha anche fornito supporto economico.