Curatore museale
Sbocchi professionali
Ketty Gottardo
Curatore museale
Laureata in Conservazione dei Beni Culturali; dottore di ricerca in Storia dell’arte
Università degli Studi di Udine; London, Courtauld Institute of Art
Ketty Gottardo
Curatore museale
Laureata in Conservazione dei Beni Culturali; dottore di ricerca in Storia dell’arte
Università degli Studi di Udine; London, Courtauld Institute of Art
Mi chiamo Ketty Gottardo. Ho conseguito la laurea in Conservazione dei Beni Culturali a Udine, e poi il Dottorato in Storia dell’Arte a Londra, presso il Courtauld Institute of Art. Dopo aver ricoperto posizioni al Louvre, al Victoria and Albert's Museum e al J. Paul Getty Museum di Los Angeles, sono attualmente impiegata alla Courtauld Gallery come Curator of Drawings.
L'Intervista
Cosa L’ha portata a scegliere gli studi umanistici?
Sono sempre stata interessata alle lingue straniere e agli studi umanistici. Per un po’ sono stata indecisa su cosa scegliere: inizialmente volevo diventare interprete/traduttrice, ma non sono riuscita a passare la pre-selezione della scuola di Trieste, e allora ho deciso di provare Conservazione dei Beni Culturali a Udine. Per fortuna è andata così. Oggi non potrei immaginare la mia vita professionale diversamente, la storia dell’arte mi ha cambiato la vita – anzi, è diventata la mia vita.
Ha mai effettuato soggiorni all’estero nell’ambito della Sua formazione universitaria?
Sì, vinsi una borsa Erasmus, e così nell’anno accademico 1992/3 passai quattro mesi a Caen, Normandia, dove sostenni un esame di Geografia che poi valse come equipollenza. Fu un’esperienza fantastica che un po’ ispirò la mia futura carriera. Dopo la laurea vinsi una borsa Leonardo – anch’essa ottenuta tramite l’Università di Udine – che mi permise di fare uno stage al Museo del Louvre a Parigi, dove imparai a lavorare con i disegni antichi, iniziando così quella che è poi diventata la mia professione.
Che ruolo ha avuto la formazione umanistica nella professione che ha svolto?
Un ruolo importantissimo, perché suscitò il mio appetito per l’arte, che da allora non si è mai spento.
Ritiene che gli studi umanistici possano aprire la strada a diversi percorsi professionali?
Non lo so, la mia è stata una traiettoria piuttosto semplice e, potremmo dire, lineare. Ma alcuni degli studenti che erano con me a Udine all’epoca ora ricoprono in effetti ruoli molto diversi.
Cosa direbbe ad un giovane che si sta orientando tra i diversi percorsi di studio?
Che bisogna veramente essere convinti di quello che si vuole fare. Determinazione e convinzione sono la chiave di tutto. Si sa che gli sbocchi degli studi umanistici non sono infiniti, come è il caso invece di altre discipline scientifiche o tecniche; ma se si ha determinazione e non si ha paura di lavorare sodo, con un po’ di fortuna si può riuscire ad arrivare là dove si vuole. Almeno così è stato per me.